Definizione di cuneo fiscale

L'indicatore del rapporto tra le imposte sul lavoro e il costo complessivo del lavoro.
Ogni governo italiano poco dopo l’insediamento cerca di intervenire sul cuneo fiscale, un’espressione che siamo abituati a sentire milioni di volte, un argomento su cui i politici dibattono per mesi e mesi senza praticamente mai arrivare a una soluzione che soddisfi realmente le necessità del Paese.
Ma che cos’è il cuneo fiscale? Si tratta di un indicatore che misura in percentuale la differenza tra tutte le imposte sul lavoro e il costo complessivo lordo del lavoro pagato dalle imprese. Per calcolarlo si devono dunque considerare sia le imposte dirette, sia quelle indirette sia i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore, sia che esso sia dipendente o libero professionista.

 

La sua ampiezza si calcola dunque sommando le trattenute al lavoratore con i costi sostenuti dall’azienda e le tasse pagate del lavoratore.
In pratica il cuneo fiscale misura l’incidenza dell’imposizione fiscale sul costo del lavoro e il motivo per cui è necessario ridurlo è che tale diminuzione aiuta a compensare la perdita di competitività da parte delle imprese.
Quando non si riesce ad aumentare la produttività del sistema industriale e dunque gli investimenti (operazione praticamente impossibile in periodi di crisi) si opera dunque sul cuneo fiscale, ma in che modo?
Fondamentalmente la scelta è tra l’intervento sull’Irap, l’Irpef o (molto meno praticata) i contributi sociali.


L’Irap è l’imposta regionale sulle attività produttive che è stata introdotta per contribuire al finanziamento della sanità, assorbendo varie imposte tra cui, oltre alla componente lavoro, quella “sulla salute” e i contributi sanitari. Questa imposta colpisce enti, società e persone fisiche che svolgono lavoro autonomo.
L’Iperf è un’imposta diretta, personale, progressiva e generale e riguarda il reddito delle persone fisiche. Ne sono soggetti passivi tutti coloro che risiedono in Italia e possiedono cespiti o producono redditi in Italia o all’estero, tutti i non residenti che producono redditi in Italia e le società di persone.
I professori De Vincenti e Pisauro nel 2006 hanno proposto di ridurre il cuneo fiscale intervenendo sui contributi sociali in modo differenziato a seconda del livello del salario percepito.

20/02/2014
Fonte:
http://www.soldiblog.it