È possibile provvedere alla smaltimento dell’amianto in modo autonomo?

La legge non obbliga a rimuovere l'amianto. Ma chi vuole farlo per conto proprio deve agire con cautela o rivolgersi ad aziende private. A prezzi salati, perchè non sono previste agevolazioni

Ma come si deve comportare il cittadino nel caso nel caso in cui si trovasse costretto a procedere allo smaltimento? Diciamo subito che non c’è l’obbligo di farlo, a meno che non crei pericolo per l’ambiente e la salute a causa del suo stato di degrado. Questo prevede la legge 257/92. È anche vero che moltissimi oggetti, tuttora in uso, contengono questo materiale di origine minerale (pensiamo solo a quelli legati all’edilizia) e quando devono essere buttati perché usurati, sorge il problema di come farlo nel modo più corretto.

Da soli o con ditte autorizzate

Chi vuole può anche farlo personalmente se si tratta di piccoli quantitativi da maneggiare con facilità, ma evitando il contatto e cercando di non disperderlo nell’ambiente. Quindi prima di tutto bisogna pensare a proteggersi con tute, occhiali, mascherine. Poi è necessario stendere sui prodotti da smaltire alcuni materiali cosiddetti incapsulanti come le colle viniliche, smontare i materiali o le lastre cercando di non romperli senza usare trapani o seghe elettriche, raccogliere il materiale da scartare in contenitori sigillati adatti al trasporto e portare il rifiuto a discariche o aziende autorizzate.

Chi invece preferisce rivolgersi a personale esperto si trova ad affrontare un iter non poco complicato: prima di tutto bisogna districarsi tra le mille offerte di ditte private che non si sa quanto abbiano le carte in regola per fare questo tipo di lavori. Esiste però un elenco delle ditte specializzate che devono dimostrare di essere in possesso di un patentino e di attrezzature adatte, disponibile presso le Camere di Commercio.

 

 

I costi sono ancora alti

C’è poi la nota dolente dei costi, che possono variare molto ma che sono sicuramente elevati. E così per smaltire uno/due mq si può spendere sino a 1000/1500 euro, tanto per fare un esempio. Incentivi non ce ne sono, salvo disposizioni emesse di recente da alcuni Comuni e Province che hanno previsto aiuti, ma solo nel caso in cui si sostituisca la copertura di amianto con un tetto provvisto di pannelli fotovoltaici. La situazione appare comunque molto difforme da area ad area del territorio nazionale. Esiste, secondo Fulvio Cavarian, direttore del Centro regionale amianto del Lazio, una misura che potrebbe favorire lo smaltimento dei rifiuti di amianto: «La micro raccolta potrebbe essere un elemento decisivo su cui puntare, perché molto del materiale da smaltire è fatto di oggetti di piccole dimensioni e di uso comune: il tubo, la grondaia, il comignolo dovrebbero trovare una via agevolata allo smaltimento. Pensiamo solo a tutti i lavori di ristrutturazione e di mantenimento degli edifici che fanno parte dei centri storici del nostro Paese».

 

 

Un kit su misura

Qualche sforzo in questa direzione si segnala in comuni come  Firenze e pochi altri «dove si distribuiscono ai cittadini che ne hanno necessità», aggiunge Cavarian «un kit per lo smaltimento, fatto da mascherina, guanti, materiale da spalmare sugli oggetti, insomma tutto quello che serve per intervento “fai da te” di piccoli oggetti che altrimenti, come spesso avviene ora, vengono abbandonati nelle campagne, lungo i fossi , vicino ai cassonetti». La proposta concreta è quindi quella di un sistema che agevoli, in termini di procedure e anche di costi per il cittadino, lo smaltimento dell’amianto di uso domestico.

05/03/2012

Fonte:

http://www.reteingegneri.it

 

Seguici su Facebook