Energia

Quali sono i benefici in termini di risparmio energetico delle facciate ventilate?

La facciata ventilata è una soluzione tecnica adottata in campo edilizio che consiste nella creazione di un involucro esterno “intelligente” per qualsiasi tipo di edificio o fabbricato. Questa “pelle” garantisce, attraverso un cuscinetto d’aria mantenuto tra la facciata esterna e i muri dell’edificio, il benessere termico abbattendo così i costi di gestione.

In effetti una facciata esterna di questo tipo, detta anche courtain wall, permette due cose che sembrerebbero inconciliabili tra loro: la traspirabilità della parete dell’edificio e allo stesso tempo protegge quest’ultima dall’acqua meteorica, in sostanza dalla pioggia e dagli altri agenti atmosferici.

Nuovi materiali strategici per il settore energetico

Si allarga l'attenzione geopolitica per le fonti di approvvigionamento

L'elettrificazione crescente dell'auto ha spostato l'attenzione sulla geopolitica delle fonti di approvvigionamento dei materiali legati allo sviluppo delle nuove tecnologie automotive. Dal ben conosciuto scenario legato al petrolio si sta passando ora ad esaminare quello legato alle "Terre Rare" cioè a quegli elementi chimici che sono raggruppati nella Tavola Periodica, sotto questo nome .

 

Rapporto GSE su produzione energia da biomasse

Il GSE, (Gestore dei Servizi Energetici) ha pubblicato il volume “Biomasse - Rapporto statistico 2009”, in cui vengono snocciolate le caratteristiche e i risultati raggiunti dagli impianti a biomasse a fine 2009. In Italia, a fine 2009, si contavano 419 impianti a biomasse con 2019 MW di potenza installata e una produzione che ha raggiunto i 7.631GWh. Nel sistema elettrico italiano le biomasse contribuiscono al 2,6% della produzione totale di energia elettrica e costituiscono l'11,1% della produzione rinnovabile nazionale.

 

Il prezzo dell'energia elettrica italiana è il più alto d'Europa

Gli oneri di sistema penalizzano il prezzo finale al dettaglio dell’energia elettrica, che in Italia è più caro del 25 per cento rispetto agli altri principali Paesi europei. Le maggiori imposizioni applicate in bolletta per incentivare l’energia pulita impattano per quasi la metà (10% su 25%) sul prezzo complessivo.

Le differenze tra tra i vari Stati si riflettono in prima battuta sui prezzi del mercato elettrico all’ingrosso che pure registrano una notevole differenza tra Italia e il resto d’Europa. Il prezzo nel nostro Paese è pari a circa 66 €/MWh, in leggera flessione, mentre negli altri Paesi (Francia, Germania, Spagna, Austria, Regno Unito) oscilla tra 45 e 50 €/MWh.

Nuovi pannelli fotovoltaici a film sottile: analisi pro e contro

I prezzi dei pannelli fotovoltaici negli ultimi 10 anni sono diminuiti grazie all’aumento esponenziale della domanda che ha fatto ridurre i costi di produzione su grande scala. Una crescita tuttavia un po artificiosa a causa degli incentivi, soprattutto nel nostro Paese, generosi e in alcuni casi distorsori delle logiche di mercato.

Con l’introduzione dei nuovi meccanismi di incentivazione delle fonti rinnovabili la prima domanda che si pone il settore è se si assisterà ad un calo di domanda per il 2011. Secondo gli ultimi dati la potenza installata negli impianti industriali sarà sufficiente e supererà la domanda attuale: le stime di Credit Suisse fissano la domanda industriale di celle fotovoltaiche nel 2011 intorno ai 14.000 MW (picco), a fronte di una capacità produttiva di 25.000 MW (picco).

Produzione energia elettrica in Italia: problematiche e costi

Secondo dati riferiti al gennaio 2007, in Italia la corrente elettrica per uso domestico ha il costo medio, al netto della tassazione, più alto di tutta l'Unione Europea (165,8 €/MWh); il costo medio europeo si attesta infatti attorno ai 117-120 €/MWh con un minimo in Bulgaria pari a 54,7. Includendo la tassazione, l'Italia passa - sempre in media - al secondo posto, preceduta solo dalla Danimarca e seguita da Paesi Bassi, Germania e Svezia.

Il reale costo ai consumatori finali dell'elettricità è tuttavia un valore che non è quantificabile in un unico numero: infatti esso dipende fortemente dal consumo annuale per contratto: ad esempio, per consumi fino a 1800 KWh l'Italia risulta uno dei paesi più economici, mentre le tariffe più elevate si riscontrano per consumi oltre i 3540 kWh, allo scopo di disincentivare gli elevati consumi.

Produzione energia elettrica in Italia: fonti energetiche utilizzate

Energie non rinnovabili

La produzione non rinnovabile italiana è costituita esclusivamente dalla produzione di energia attraverso la combustione di combustibili fossili in centrali termoelettriche (a meno di produzione di quantità di energia meno significative attraverso la combustione di biomassa). Tale aliquota costituisce il 77,4% della produzione totale nazionale, il 70,7% dell'energia elettrica richiesta e al 67,1% del fabbisogno nazionale lordo.

Produzione energia elettrica in Italia: consumi, potenza richiesta e potenza installata

In Italia la produzione di energia elettrica avviene in gran parte grazie all'utilizzo di fonti non rinnovabili (come il carbone, il petrolio e il gas naturale) e in misura minore con fonti rinnovabili (come lo sfruttamento dell'energia geotermica, dell'energia idroelettrica e dell'energia eolica); il restante fabbisogno viene coperto con l'acquisto di energia dall'estero, trasportata nel paese tramite l'utilizzo di elettrodotti.

Scaldacqua a pompa di calore: definizione e convenienza

Lo scaldacqua a pompa di calore è un prodotto ancora relativamente poco conosciuto in Italia, complice anche l’uso diffuso del gas in ambito urbano. Di fatto, la diffusione nelle case degli scaldini a gas ha consentito già di mitigare sensibilmente i consumi di corrente elettrica legati al vecchio scaldabagno elettrico.

Un ulteriore aiuto all’ambiente e alle nostre tasche, deriverebbe dalla diffusione di un’altra modalità di riscaldamento dell’acqua per uso domestico: il boiler a pompa di calore, o più diffusamente conosciuto come scaldacqua a pompa di calore o anche scaldabagno a pompa di calore.

Panoramica sui limiti attuali delle energie rinnovabili

La densità superficiale dell’energia solare a livello del suolo è bassa. Il suo valore medio annuale nella fascia temperata può andare pressappoco da 1200 a 1900 kWh/m2/anno (chilowatt ora su metro quadro/anno) che corrispondono rispettivamente a 3,3 e 5,2 kWh in media al giorno. Questo comporta in generale che lo sfruttamento delle fonti rinnovabili richieda grandi superfici per gli impianti di captazione con notevole impegno di territorio determinando così un alto costo dell’unità di energia secondaria (termica, elettrica, ecc.) prodotta e rendendo difficile il raggiungimento della competitività economica.

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