Energia solare: come massimizzare l’investimento nei pannelli e aumentare la quota di auto consumo

Al tempo del Conto energia, il fotovoltaico aveva un po’ snaturato la sua “naturale” vocazione, quella cioè di essere una tecnologia distribuita, a servizio del fabbisogno elettrico dei consumatori. Sono così sorti migliaia di impianti di dimensioni spesso abnormi, con il solo scopo di produrre tanta più energia possibile e ricevere la massima quantità di incentivi dal Gse, che remunerava il singolo kWh verde prodotto.

Tutto è cambiato con la fine del nuovo sistema d’incentivazione: il solare ormai ha un senso economico quasi soltanto in ambito residenziale, grazie soprattutto all’autoconsumo.

Si utilizza questa espressione quando l’elettricità generata dai pannelli viene utilizzata direttamente nel luogo di produzione, ossia per soddisfare la domanda elettrica di famiglie e imprese, evitando di acquistare energia dai tradizionali fornitori (Enel, municipalizzate, ecc).

Il problema è che però, domanda e produzione solare non sempre coincidono, anche perché il fotovoltaico – a seconda delle condizioni meteorologiche e stagionali – può generare zero energia oppure produrne più del necessario. In inverno, inoltre, il fabbisogno di energia elettrica in genere aumenta e la potenza produttiva diminuisce, mentre in estate le proporzioni si invertono.

In media si considera la quota di autoconsumo di un impianto residenziale a servizio di un’utenza privata, una famiglia tipo di 4 persone, pari al 30% circa. Molto più ampio è il range per gli impianti commerciali, dove il fabbisogno energetico e il profilo di consumo sono molto variabili.

Un aspetto poco noto è che è però possibile aumentare la quota di autoconsumo delle abitazioni private semplicemente modificando gli abituali comportamenti: attivando consapevolmente gli apparecchi più responsabili dei consumi elettrici in orari di elevato irraggiamento, si ha la possibilità di aumentare la quota di autoconsumo fino a 10 punti percentuali.

Naturalmente, deve essere attivato in contemporanea solo il numero di elettrodomestici per il cui funzionamento è sufficiente la potenza dell’impianto fotovoltaico, altrimenti, si “spreca” potenziale di autoconsumo. Dunque gli apparecchi andrebbero accesi in sequenza: ad esempio, lavatrice,  lavastoviglie e forno non devono essere messi in funzione contemporaneamente ma in momenti diversi del picco di generazione fotovoltaica.

Ovviamente non tutti i comuni cittadini possono avere il tempo di stare dietro alle prestazioni dei propri pannelli, ma esistono delle soluzioni tecniche che permettono di incrementare l’autoconsumo chiamate Home Management System. Questi sistemi monitorano il consumo energetico e la produzione istantanea dell’impianto, attivando della casa nel momento migliore e ottimizzando l’autoconsumo.

20/12/2013

Fonte:

http://www.tekneco.it

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