Illuminazione ad alta efficienza: panoramica sulle caratteristiche, pro e contro delle varie soluzioni disponibili

Di seguito un’analisi sulle caratteristiche dei nuovi tipi di lampadine con i criteri per ottimizzare risparmi e emissioni.

Facciamo innanzitutto due brevi considerazioni:

-       L’illuminazione domestica ha un peso rilevante sui consumi energetici: la quota annua di energia elettrica consumata in Italia è superiore a 7 miliardi di chilowattora, corrispondente a circa il 13 % del consumo totale di energia elettrica nel settore domestico e l’80% dell’illuminazione è obsoleta e non efficiente.

-       I Paesi membri dell’Unione Europea, per ridurre impatto ambientale e consumo energetico, nel 2009 hanno messo al bando progressivamente i prodotti meno efficienti, imponendo il rispetto delle classi di efficienza energetica A, B e C, ove le vecchie lampadine a incandescenza sono classificate come D, E o F.

Uno dei parametri più importanti, nella scelta delle lampade a basso consumo è l’efficienza luminosa che è si esprime in lumen/watt: il parametro definito dal rapporto tra il flusso luminoso emesso (in lumen) e la potenza elettrica assorbita (in watt). Questo parametro definisce il rendimento e di seguito i consumi energetici. Ad esempio, le vecchie lampade ad incandescenza, le più diffuse nel civile hanno una bassissima efficienza: una lampadina da 150 watt emette circa 2.000 lumen, ovvero 2.000:150 = 13 lumen per ogni watt assorbito.

Le lampade fluorescenti sono caratterizzate da un’alta efficienza luminosa e si dividono in tubolari e compatte e hanno una buona resa cromatica . Contengono piccole quantità di mercurio e per questo vanno smaltite con la raccolta differenziata.

Le lampade tubolari hanno un’efficienza luminosa che varia da 50 a 120 lumen/Watt, una vita media che varia da 10.000 a 24.000 ore e sono indicate per un’illuminazione prolungata. Il risparmio energetico è mediamente quello del 75% rispetto alle vecchie lampade ma è necessario un alimentatore poiché non sono direttamente collegabili alla rete elettrica.

Le lampade a fluorescenza compatte hanno un’efficienza luminosa da 50 a 75 lumen/watt e consentono di ridurre circa il 70% dei consumi di energia elettrica rispetto a quelle ad incandescenza con flusso luminoso pari (una da 20-25 watt ne sostituisce una da 100 watt). Hanno una durata che varia da 6.000 a 15.000 ore, a seconda del tipo e dell’uso, e rispettano le classi energetiche A e B. Sul mercato le possiamo trovare in varie forme e misura e rispondono alle esigenze sia in ambito domestico sia in ambito professionale.

Le lampade alogene, dal punto di vista ambientale contribuiscono all’abbattimento delle emissioni del gas serra: possiedono una buona efficienza luminosa (15-25 lumen/watt), consumano il 30% -50%, in meno rispetto alle lampadine tradizionali e hanno una vita media intorno alle 2.000 ore. I requisiti che soddisfano sono quelli delle classi di efficienza D, C e B ed emettono una luce bianca, con un’ottima resa dei colori. Ve ne sono di due tipi: a bassissima tensione, che richiedono un trasformatore, e a tensione in rete, che possono essere installate direttamente.

Le lampade ai vapori di sodio hanno un’elevata efficienza luminosa e vi sono quelle ad alta pressione possiedono un’efficienza luminosa di 70-150 lumen/watt e una vita media di 12.000-20.000 ore, e quelle a bassa pressione, che hanno un’efficienza maggiore, 125-200 lumen/watt. Entrambe sono impiegate soprattutto per l’illuminazione stradale e danno economicità in fase di esercizio, in cui, però, non è richiesta alcuna qualità alla luce emessa.

Nel settore per esterni (ad esempio la luce dei semafori) ed interni si stanno diffondendo sempre più l’utilizzo dei LED (Light-Emitting Diodes, diodi ad emissione di luce), per via della loro elevata efficienza luminosa, di durabilità e di risparmio energetico. La loro efficienza è pari alle lampade fluorescenti compatte, 50-60 lumen/watt (120 lumen/watt per quelli di ultima generazione ), ma hanno una durata maggiore (fino a 100.000 ore). Inoltre non contengono né mercurio né piombo e possono essere smaltite tra i rifiuti indifferenziati.

Sottolineo tuttavia che questa tecnologia del futuro è ancora costosa e non illumina intensamente un ambiente, oltre al fatto che il Ministero della Salute ha valutato la questione dei possibili rischi derivanti dal loro utilizzo, con la conseguente volontà di sostenere un approfondimento tecnico-regolamentare : l’ideazione di sistemi che non permettano la visione diretta del fascio luminoso emesso dai Led per evitare l’abbagliamento e i controlli degli apparecchi immessi sul mercato.

 

20/12/2011

 

Fonte:

http://www.reteingegneri.it

 

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