Nuovi materiali strategici per il settore energetico

Si allarga l'attenzione geopolitica per le fonti di approvvigionamento

L'elettrificazione crescente dell'auto ha spostato l'attenzione sulla geopolitica delle fonti di approvvigionamento dei materiali legati allo sviluppo delle nuove tecnologie automotive. Dal ben conosciuto scenario legato al petrolio si sta passando ora ad esaminare quello legato alle "Terre Rare" cioè a quegli elementi chimici che sono raggruppati nella Tavola Periodica, sotto questo nome .

 

Stiamo parlando ad esempio del "Neodimio" e del "Disprosio" usati nella Nissan Leaf, mella GM Volt, nell' ibrida Insight della Honda e nella Toyota Prius, così come nei cellulari e nelle batterie ricaricabili.

 



La Cina controlla circa il 90% del mercato globale delle "Terre Rare". Lo scorso mese la stessa Cina ha tagliato l'export del primo semestre 2011 del 35% e questa riduzione ha seguito quella del 72% già effettuata nella seconda metà del 2010. Decisioni che hanno fatto raddoppiare le quotazioni di alcuni di alcuni di questi materiali.

Toyota ha già avviato da tempo le sue contromisure. Sta sviluppando un nuovo motore elettrico, destinato sia a veicoli ibridi che completamente elettrici, che non avrà bisogno di Terre Rare . 
Gli ingegneri Toyota stanno lavorando ad un motore elettrico ad induzione. 
Un motore è già disponibile in casa Toyota ma per il momento sembra che presenti ancora qualche difficoltà di controllo. Oltre a Toyota anche GM ha dichiarato che sta lavorando allo sviluppo di un motore elettrico ad induzione, così come Continental (Germania), uno dei leader mondiali dell'area automotive che ha dichiarato di aver già sviluppato un motore elettrico senza terre rare e che sarà adottato entro l'anno da una non ben specificata vettura elettrica.

E' realistico ipotizzare che si tratti di rivisitazioni di vecchie soluzioni tecnologiche alle quali si sta cercando di eliminare i problemi.

Se da un lato questo motore elettrico ad induzione consente di evitare l'impiego delle terre rare, dall'altro permette di adottare soluzioni che possono abbassare notevolmente i costi ; un obiettivo quest'ultimo drammaticamente prioritario dato che, anche nello scenario più favorevole, la fornitura dei magneti alle terre rare sembra sia destinata a rimanere sempre molto costosa.

Oggi l'industria dell'auto assorbe il 40% della disponibilità mondiale del Neodimio e non è difficile identificare Toyota come il maggior utilizzatore considerando che, anche se mai confermato, ogni Prius sembra ne imbarchi circa un chilo.

La tecnologia si trova ad affrontare una nuova grande sfida e l'auto, ancora una volta, è chiamata ad essere protagonista.

 

 

14/01/2011

Fonte: http://www.reteingegneri.it

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