Quanto può rendere l’installazione di un impianto fotovoltaico? Alcuni esempi concreti ed aggiornati al Quinto Conto Energia

Quanto rende un impianto fotovoltaico? Questa è una delle principali domande che chi decide di installare un impianto fotovoltaico si pone. Nessun dubbio sull’effettiva sostenibilità ambientale del fotovoltaico o sulle molteplici criticità legate all’installazione di grossi impianti a terra (ai quali, ci piace ricordarlo, noi siamo fortemente contrari)… quanto rende, si vuol sapere. In quest’articolo proviamo a dare una risposta un attimo più elaborata del classico dipende con il quale vengono generalmente liquidati questo tipo di discorsi.

Il 12 Luglio 2012 è stato raggiunto il tetto di 6 miliardi che segna la fine del Quarto Conto Energia e l’inizio del nuovo sistema di incentivazione. Nel rispetto dei tempi tecnici, la decorrenza del nuovo sistema incentivante chiamato Quinto Conto Energia è stata fissata per il giorno 27 agosto 2012.

Gli impianti di potenza non superiore a 12 kW* accedono direttamente alle tariffe incentivanti, per impianti di potenza maggiore è invece necessaria l’iscrizione in appositi registri in modo da rientrare nei limiti massimi di costo indicativo cumulato annuo (140 milioni di euro per il primo registro, 120 milioni di euro per il secondo e 80 milioni per quelli successivi).

Il Quinto Conto Energia prevede due voci incentivanti che valorizzano per vent’anni sia l’energia prodotta e riversata in rete – tariffa omnicomprensiva, determinata sulla base della potenza e della tipologia di impianto individuata – che l’energia prodotta e autoconsumata – tariffa premio per la quota di produzione netta consumata in sito.

Ogni impianto ed ogni utenza hanno caratteristiche differenti ed è difficile generalizzare. Per fornire qualche dato in questo articolo verrà presa come esempio un’utenza domestica del centro Italia che disponga di un’adeguata copertura esposta alla radiazione solare (tetto a falda, piano, etc…).

Un impianto fotovoltaico da 3 kW di picco installato a Roma può ambire a produrre almeno 4’000 kWh all’anno: questa energia rappresenta grosso modo il fabbisogno di una famiglia di 4 persone, la cui spesa annua per la bolletta elettrica si attesta mediamente, ai prezzi attuali, a circa 800 € all’anno.

Pur essendo l’energia prodotta dall’impianto e il fabbisogno dell’utenza sostanzialmente uguali, essi non sono contemporanei (si pensi, ad esempio, ai consumi notturni per l’illuminazione degli ambienti): a seconda dello stile di vita e delle abitudini dell’utenza solo il 50 – 80% dell’energia prodotta viene autoconsumata, il resto viene immesso nella rete elettrica e da essa prelevata all’evenienza.

 

I benefici imputabili all’installazione di un impianto di questo tipo sono molteplici:

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) corrisponde 0,208 € (se si installa l’impianto entro il primo semestre dall’applicazione del Quinto Conto Energia) per ogni chilowattora prodotto. Nel nostro caso l’incentivo si traduce in un importo di circa 416 € all’anno.

Non è finita qui! Nel nostro esempio l’utenza è in grado di autoprodurre metà del proprio fabbisogno elettrico, riducendo la spesa in bolletta a circa 400 € all’anno.

Non solo… grazie al premio per la quota di produzione netta consumata in sito, tutta l’energia prodotta che è stata consumata istantaneamente e che quindi non viene immessa in rete, verrà valorizzata per 0,126 € al chilowattora. Questo comporta un ulteriore ricavo annuo pari a 252 €.

A tutto ciò occorre aggiungere, qualora si sia optato per moduli prodotti all’interno dell’Unione Europea, circa 80 € l’anno come incremento delle due tariffe incentivanti.

Riassumendo, l’aver optato per il fotovoltaico dà diritto nel nostro caso ad un incentivo annuo di 748 € più il dimezzamento delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica, per un ricavo complessivo di 1’148 € all’anno, circa 23’000 € per i primi vent’anni di funzionamento dell’impianto.

 

A conti fatti l’incentivo previsto dal Quinto Conto Energia risulta sicuramente inferiore rispetto al precedente regime incentivante. Se a questo discorso si associa però una tendenza di lungo periodo alla riduzione dei costi di moduli fotovoltaici e inverter, stimolata proprio dalla riduzione degli incentivi statali, la redditività di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione risulta pressoché intatta.

Il tempo di ritorno medio è di circa 6 – 7 anni sull’investimento sostenuto per l’installazione di un campo fotovoltaico di piccola taglia.

 

27/07/2012

 

Fonte:

http://www.reteingegneri.it