Soluzioni tecnologiche per bioarchitettura

All’inizio gli esseri umani primitivi erano immersi nella natura ed erano direttamente dipendenti da essa per il cibo, l’acqua e i ripari, in breve, la sopravvivenza di base. Da allora, nel corso dei millenni abbiamo sviluppato metodi più convenienti e comodi per ottenere questa base ma ci siamo evoluti mantenendo una dipendenza psicologica dal mondo naturale, un’affinità che ciclicamente si ripresenta. E’ difatti dimostrano che i benefici attribuibili al trascorrere parte del tempo in mezzo alla natura sono benefici sia fisici che mentali, si usa dire “mi rilasso” o “mi ricarico”.
Una progettazione può tranquillamente abbinare design e natura come ad esempio includere soluzioni che abbinino luce e ventilazione naturale, forme organiche e materiali naturali con impianti di illuminazione, di raffrescamento, di riscaldamento e audio visivi.


 

Queste caratteristiche che sembrano impossibili in realtà sono strettamente legate alle idee familiari di risparmio energetico e di materiali rinnovabili. Un tetto con una copertura con vegetazione, per esempio, che limita l’accumulo di calore ambiente e riduce il deflusso delle acque piovane, può anche fornire un giardino urbano e un punto di vista sulla natura. La ventilazione naturale manuale o controllata elettronicamente è in grado di ridurre i carichi di raffreddamento e può essere abbinata a impianti di aria condizionata, fornendo allo stesso tempo aria fresca.


Un esempio di ventilazione naturale controllata è l’edificio Technium nel nel Pembrokeshire (Galles UK) dove l’apporto del raffrescamento è garantito da un sistema di controllo dell’apertura delle finestre opportuna-mente posizionate e controllate. Questo abbatte di oltre il 30% i consumi del sistema abbinato per il riscaldamento e raffrescamento garantendo una ventilazione naturale che elimina la sensazione di pesantezza presente in alcuni edifici con aria condizionata.

I vetri oscurati o sistemi di oscuramento esterno lasciano passare calore e luce evitando il surriscaldamento o l’abbagliamento, mentre agli spazi interni gli conferiscono i cambiamenti della quantità della luce e di conseguenza dei colori tipici del giorno e notte. Le pareti termiche combinate con i vetri che filtrano selettivamente il calore e la luce per le case passive sono in grado di permettere la visione dell’esterno contendo le dispersioni termiche.
Riportando due esempi si può notare nel primo l’utilizzo di pannelli fotovoltaici trasparenti il cui elemento oscurante è sostanzialmente la piastra di silicio captante l’energia solare abbinato a vetrate trasparenti con sistema di oscuramento esterno mentre nel secondo caso le ampie vetrate abbinate con vetri termici riflettenti a infrarosso lungo e muri passivi sono abbinati a presenza esterna con piante a foglia caduca. In entrambi casi l’obiettivo che si è raggiunto è il limitare in modo natura dell’eccesso di caldo estivo e favorendo, nel contempo, l’apporto solare invernale.

Anche l’ambiente interno deve appagare il residente o il visitatore riservando spazi alla presenza di piante o giocando con i colori della terra e della natura per pareti o elementi di arredo. La presenza di piante se ben progettata può servire sia a dare contrapposizioni di colori o effetti di design con strutture di supporto studiate all’uopo che aiutare a purificare l’ambiente dagli inquinanti che entrano dall’esterno che internamente ci generiamo con i prodotti per la pulizia o dal fumo. L’apporto tecnologico che in questo caso ci aiuta è impianto di irrigazione che consente anche a chi non ha il pollice verde o particolare dimestichezza con le innaffiature a mantenere il verde nelle condizioni ottimali e la tecnologia naturale della pianta nella purificazione dell’aria.
Le sensazione che nascono da ambienti con questa tipologia di attenzione possono essere equiparatati alla sensazione degli esseri umani primitivi che ai margini del bosco si sentivano al riparo mentre vedendo in lontananza potevano controllare i pericoli o le prede. Quello che una volta era una questione di sopravvivenza, prospettiva e rifugio ora viene percepita come unasensazione di comfort e sicurezza. Se tale sensazione è assente, come negli edifici chiusi o senza vista verso elementi naturali, si possono avere sensazioni di ansia.
I benefici documentati e in fase di catalogazione dai ricercatori del Rocky Mountain Institute (Colorado USA) di questa progettazione sono un migliore apprendimento da parte degli studenti, una maggiore produttività dei lavoratori oppure una più veloce la guarigione dei pazienti piuttosto che un generale senso di benessere di chi risiede.
“I progettisti hanno bisogno di tempo maggiore per capire le volontà dei committenti, analizzare il luogo e necessariamente devono lavorare di più per massimizzare l’efficienza energetica e abbinare il design con il concetto di “Biophilia” ma il risultato finale di vivibilità, comfort e quella sensazione di casa e di stare bene è senza uguali” afferma l’architetto M. Bocca dello studio Archienatura.
Tutto questo che può sembrare qualcosa di futuristico o di novità assoluta al mercato è invece un concetto presente da 30 anni denominato “Biophilia” nel 1980 da E. O. Wilson, professore emerito dell’università di Harvard negli Stati Uniti d’America.
Questi abbinamenti devono diventare patrimonio comune dalla progettazione della singola abitazione di un condominio o di chi si occupa di urbanizzazione al fine di evitare gli scempi degli anni passati e creare delle città non solo a misura d’uomo ma in armonia con la natura.

 

 

Fonte: http://www.retearchitetti.it

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