Energia

Costo consumi energetici e programmi Europei per promuovere l’efficienza energetica

La domanda di energia globale cresce ogni anno dell’1,3%. Bisogna fermarla. L’Unione Europea ha lanciato la sfida dell’Efficienza Energetica: meno 20% entro il 2020 perché i dati parlano chiaro. Nel vecchio continente, gas e petrolio costano tre volte di più che negli Stati Uniti: nel 2012 le importazioni sono state pari al 3,2% del PIL, mentre i consumi energetici hanno assorbito il 10% del budget delle famiglie. Solo in Italia sono stati spesi 60 Miliardi di Euro per acquistare combustibili fossili, e il trend è in aumento.

Smart Cities SET Plan: pacchetto della Commissione Europea per l’adozione delle tecnologie dell’Efficienza Energetica

La città. Si devono ad essa l’80% di emissioni globali di CO2 e il 75% del consumo mondiale di energia. Continua a crescere. Non accenna a fermarsi. Niente male come motore economico. Ma a quale costo?
Green Policy. Per dare ossigeno alla città. Smart Policy. Per innovarla e renderla efficiente. E’ questo l’obiettivo dello Smart Cities SET Plan, il pacchetto della Commissione Europea per l’adozione di massa delle tecnologie dell’Efficienza Energetica, verso un’economia a basse emissioni, tramite l’applicazione di soluzioni tecnologiche intelligenti.

Importanza sicurezza per le stufe a pellet od a legna

Gli apparecchi a biomassa, come le stufe a legna o pellet sono sempre più diffusi in Italia. Ma quali sono i criteri da considerare al momento dell’acquisto?
Le motivazioni che spingono sempre più persone a installare apparecchi a biomassa rispetto ad apparecchi alimentati da combustibili fossili sono molteplici. Sicuramente le agevolazioni fiscali hanno contribuito molto, basti pensare al recente “conto termico“. Vi è però una caratteristica unica del riscaldamento a biomassa: conserva in sé un atavico e primordiale impatto emozionale. La percezione umana del calore di un fuoco di legna è tangibilmente diverso dal calore prodotto da un apparecchio a gas, lo avvertiamo come un calore sano, naturale e non invasivo.

Unione europea presenta un nuovo piano d’azione per facilitare lo sviluppo del settore dell’energia del mare

La forza e l’energia del mare sono note a tutti, tanto che da anni sono in campo studi e progetti sperimentali per cercare di sfruttare questa immensa potenza a fini di produzione elettrica. Le risorse energetiche oceaniche disponibili a livello mondiale, infatti, potenzialmente superano il nostro fabbisogno energetico attuale e futuro e potrebbero essere raccolte in molte forme, ad esempio attraverso l’energia del moto ondoso e l’energia mareomotrice.

L’energia oceanica potrebbe inoltre contribuire a bilanciare la produzione di energia proveniente dalle fonti rinnovabili intermittenti, quali l’energia eolica e l’energia solare, per garantire un approvvigionamento globale costante della rete con energie rinnovabili.

Norme utilizzo impianti termici: temperature minime e massime per impianti di condizionamento e riscaldamento

È da poco entrato in vigore un provvedimento che, per la prima volta in Italia, introduce nuove regole in materia di climatizzazione estiva e riscaldamento invernale. Le abitazioni dotate di impianti di aria condizionata non potranno avere una temperatura media inferiore ai 24 gradi centigradi.

È entrata in vigore il 12 luglio scorso un nuovo provvedimento che regola l'utilizzo degli “impianti termici”, cioè dei condizionatori e degli impianti di riscaldamento, e che fissa i limiti delle temperature minime estive e di quelle massime invernali che devono essere mantenute negli ambienti.

Sistema di incentivi per impianti di cogenerazione

La cogenerazione, soprattutto di recente, può contare su un sistema articolato di incentivi diretti e indiretti. Per accedere a buona parte di questi sostegni è cruciale che l’impianto sia riconosciuto come Car (cogenerazione ad alto rendimento): secondo la definizione ufficiale, l’impianto cogenerativo è in questa condizione quando la produzione combinata di energia elettrica e calore fornisce un risparmio di energia primaria pari almeno al 10% rispetto ai valori di riferimento per la generazione separata di elettricità e di calore; oppure si deve realizzare la produzione combinata di energia elettrica e calore mediante unità di piccola cogenerazione e di microcogenerazione (cioè di potenza rispettivamente inferiore a 1 MW e inferiore a 50 kW) che forniscono un risparmio di energia primaria.

Previsione di forte sviluppo per il settore della cogenerazione residenziale

La cogenerazione può avere un futuro anche se di taglia mini? In realtà il “dimagrimento” appare una strada quasi obbligata per il futuro sviluppo di questa tecnologia. È però bene, innanzitutto, intendersi con le definizioni: da un punto di vista ufficiale con “piccola cogenerazione” si indicano le unità di cogenerazione con capacità di generazione installata inferiore a 1 MW; con “micro-cogenerazione” si intendono, invece, le unità di cogenerazione con capacità di generazione installata inferiore a 50 kW. Il contributo attuale di entrambe le tipologie è modesto, ma di notevole interesse, soprattutto per le applicazioni residenziali.

Alcuni chiarimenti sulle caratteristiche del solare termodinamico

Del solare termodinamico, la tecnologia  “cugina” del fotovoltaico, si sente parlare poco e con molte inesattezze. Questa l’opinione di Anest, l’associazione nazionale di categoria, che ha recentemente diffuso uno studio per smentire le leggende urbane che condizionano la concezione che l’opinione pubblica ha di questa risorsa rinnovabile. La prima è che i programmi di sostegno per lo sviluppo del solare termodinamico (in inglese noto come Csp, concentrated solar power) siano onerosi per l’economia del Paese.

Secondo l’Anest, invece, gli investimenti nel Csp apporterebbero elevati benefici di tipo macro economico, con ricadute sull’economia locale elevate sia nel periodo di costruzione dell’impianto che in quello di attività. «Il “ritorno” per il Paese sotto forma di tasse, di nuova occupazione, di diminuzione dell’importazione di petrolio e gas, compensa largamente gli incentivi in corso, prevedendo inoltre in futuro una loro contrazione come conseguenza del minor gap con i prezzi dell’elettricità da fonte fossile. Gli impianti solare termodinamici deturpano il territorio», si legge nello studio.

Biomassa da canna ottima soluzione per produrre biogas

Uno dei principali motivi che spiegano l’opposizione sociale abbastanza diffusa al biogas è il fatto che, soprattutto negli anni passati, per la produzione di energia si siano sfruttate soprattutto le colture alimentari dedicate (mais in primo luogo), sottraendo terreni e spazi all’agricoltura.

Da tempo, in realtà, le aziende del biogas stanno puntando sugli scarti zootecnici, che però non possono essere disponibili ovunque in grande quantità. Una novità arriva da una recente ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, che ha dimostrato come la biomassa della canna può dimostrarsi un’eccellente soluzione per produrre biogas a basso impatto ambientale.

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